lunedì 20 maggio 2013

So Long, Astoria di The Ataris... traccia per traccia


  • è uno dei miei dischi preferiti, ma detto questo è più o meno così.
    ecco la tracklist spiegata:


    SO LONG, ASTORIA
    lui da giovane disadattato nella triste solitudine della stanza cantava canzoni di speranza per un futuro migliore, poi si ricorda di quando tagliava a scuola e “risorgono ricordi dalle ceneri”, cosa che ne fa la canzone più allegra del disco

    TAKEOFFS AND LANDINGS
    Inizia con l’incoraggiante incipit “On this coldest of January nights”. Poi chiede alla tipa di dargli un ultimo bacio e le dice “dove andrai? E ti mancherò dove sarai?”. La risposta la sappiamo tutti.

    IN THIS DIARY
    Lui pensa a quell’estate in cui fermavano camion per chiedere un passaggio come hobby e a quando scrivevano frasi dei loro film preferiti degli anni ’80. Lui dice “ti scrivo le mie visioni dell’estate, è stata la migliore che abbia mai avuto”. Pensa le altre.

    MY REPLY
    Lui risponde alla lettera di una fan malata terminale. Le dice che spera stia meglio e poi si incazza perché lei è rassegnata. Ma pure? Comunque momento in cui si tocca la tristezza con mano. La tristezza ci guarda e si mette a piangere pure lei per la disperazione. Bene così.

    UNOPENED LETTER TO THE WORLD
    Iniziamo subito con un “se morissi domani…?”, lo buttiamo lì come a mettere una caparra sull’evoluzione della canzone. Pensi sia il peggio? Sbagliato! Ecco un uno-due di tutto rispetto con “i can hear the church balls calling out my name, this table is set for one, even angels would be homesick in this forsaken town” e il ben sperante “am i destined only to die the same way that i lived”. Vedremo Kris, vedremo.

    THE SADDEST SONG
    E con un titolo così è come sparare a dei pesci in un barile. Storia malatissima di lui che scrive a suo figlio che non ha mai visto e non vuole vedere perché suo padre non lo voleva vedere e non l’ha mai visto. Ragionamento che non fa una piega che si conclude con “ricordo che aspettavo arrivassi, aspettavo che chiamassi e non ho mai trovato nulla”, contro cori che implorano “Forgive me! I'm so sorry!”. Chiamate il telefono azzurro. E un analista.

    SUMMER ‘79
    E vai, si parla di estate! Sarà allegra! No.
    Primo verso: “i nostri ultimi giorni di estate 1979”. Minchia, che ansia. Ricordi su ricordi tra cui il fatto che passavano le serate a cercare di farsi notare da tipe di cui erano innamorati, le quali però ignoravano l’esistenza dei loro piccoli stalker. "We Are the Champions" playing out on the radio station, Everyone sing along with these anthems of our generation”. Essendo che vivevano nel mondo della sfiga si erano accorti della canzone dei Queen due anni dopo la sua uscita. Bravi.

    THE HERO DIES IN THIS ONE
    E vabbè, allora ditelo. Praticamente c’è la storia di tre drammi esistenziali. Se non mi ricordo male una strofa è per quando è morta sua nonna, una per la morte di un suo compagno di scuola e la terza chi lo sa, metteteci voi una catastrofe naturale X a vostro piacimento. “As is sit here all alone, I wonder how I'm supposed to carry on When you're gone. I'll never be the same without you. I love you more than you will ever know, So maybe now you'll finally know, Sometimes we're helpless and alone”. Non ce la posso fare a finire questa lista.

    ALL YOU CAN EVER LEARN IS WHAT YOU ALREADY KNOW
    Titolo che è un controsenso per una canzone dove però non muore nessuno o quasi. “non dimenticare, come siamo piccoli realmente, perché nulla conta davvero quando ce ne saremo andati”. Ah, ok. Punto più alto della storia: si innamora della cameriera di un posto della provincia vicino ad una “bellissima” fabbrica abbandonata.
    THE BOYS OF SUMMER
    Non l’ha scritta lui, è una cover. Sarà meno peggio. Credici. Incipit: “Nobody on the road, Nobody on the beach, I feel it in the air, The summer's out of reach”. Dai, su riprenditi! “I thought I knew what love was, What did I know? Those days are gone forever”. Ok, lascia stare.
    RADIO #2
    Dai che siamo quasi alla fine. Fatti forza. “Meet me at midnight, At the broadcast tower, High above the hollywood sign, You bring the explosives and I'll bring my radio”. Cosa?!?!?!?!??!?!?!?
    LOOKING BACK ON TODAY
    Oh, finalmente non si parla di ricordi, di estate e vaccate varie. Si parla di come è stata la giornata. “30th of April Seems like yesterday Bought a house above the ocean”. ASPETTA! “Remember those nights playing summer wind on the jukebox of the bar we used to go” ASPETTA UN ATT...! “Remember our first apartment Our couch was never big enough for two” E VABBÈ FAI QUELLO CHE TI PARE!
    EIGHT OF NINE
    “these hospital walls are the palest of white, here in this desert they're reciting my last rites”. Non ho nulla da aggiungere.

    disco musicalmente fighissimo del 2003. voto: 73,7 e mezzo 

    per la cronaca, ora sono così... il frontman è quello con gli occhiali 

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